Racconti dietro l'angolo

Piccole storie per raccontare

mercoledì 18 aprile 2012

SALONE DEL LIBRO - MESSINA





Molto spesso ci troviamo a discutere sugli svantaggi dei social network, sull'invasione della privacy, sulla dipendenza, sull'alienazione dalla vita vera. In questi giorni ho avuto modo di apprezzare un aspetto positivo. Grazie a face book, con un piccolo gruppo di autori "emergenti" abbiamo preso uno stand alla Fiera del Libro di Messina che si è tenuta dal 13 al15 aprile.
Grazie a questi amici siciliani che si sono prodigati per organizzare tutto è stato possibile mostrare anche i nostri lavori che altrimenti hanno visibilità zero. Un po' di intraprendenza non guasta no? Grazie a tutte le amiche che si sono prodigate perchè tutto funzionasse e tutti avessero la stessa visibilità, i presenti e gli assenti. Una bella esperienza che speriamo di ripetere da qualche altra parte. Se le case editrici non ci promuovono...noi ci arrangiamo             Tra i "Libri amici" troverete  gli autori  con in quali ho partecipato al Salone. E qui un'intervista alla responsabile del gruppo Autori Uniti


lunedì 9 aprile 2012



GRAFFIO D'ALBA di LENIO VALLATI



Un uomo al bivio, l’intensa voglia di ricercare un’essenza, quel valore che sembra essere scomparso, o forse mai posseduto realmente. L’eterna lotta dell’individuo, spesso intrappolato da meccanismi obbligati, da percorsi mai scelti, soffocato da responsabilità insormontabili che lo rendono automa, privo di volontà propria. L’essere umano, si assoggetta spesso ad una società imposta, materialista e edonista dove ha senso la produzione, l’evoluzione, la perfezione e non bada agli stati d’animo, alle impotenze umane, alle debolezze dell’essere in quanto uomo fragile di fronte ai vari eventi ed ostacoli della vita stessa.
Ci sono individui nati per combattere, per dimostrarsi ,per emergere, ci sono i depressi, i fragili, gli immotivati e ci sono anche chi si trova a dovere scegliere privandosi di qualcosa, ma che trovano una forza necessaria alla propria sopravvivenza e…cambiano rotta.
Ed è questo ciò di cui ci parlerà Lenio Vallati, di un essere umano che ad un certo punto della propria esistenza, sentendosi schiacciato da obblighi e forti responsabilità, non riesce più a trovare lo spazio necessario alla routine quotidiana che sente ormai stretta e vuota oltre che complicatamente difficile da gestire.
Un giorno, egli,  aprirà la porta di casa e la richiuderà subito dopo, dietro alle spalle, lasciando tutto e tutti, anche la propria famiglia che forse ,si aspettava da lui molto di più.
Ecco che il protagonista principale del romanzo, diventa un anonimo barbone, un uomo curioso, servizievole e particolarmente riflessivo su ciò che a lui sembra di vedere per la prima volta.
Sarà un itinerario ambientato nella zona di Sesto Fiorentino, alle porte di una Firenze frenetica , dove il nostro personaggio avrà per compagni altri barboni che lo accompagneranno in un itinerario di vita all’aria aperta.
Un vagabondo che inizieremo ad amare passo dopo passo, egli ci emozionerà, ci strapperà qualche sorriso e tanta simpatia.
Ogni riga sarà un’avventura che ci appassionerà; rifletteremo e ci commuoveremo.  Parteciperemo alle sue  vicissitudini fra una lacrima e un sorriso. La riflessione  diverrà obbligata e ci sentiremo partecipi e favorevoli ad ogni iniziativa del nostro caro vagabondo.
L’autore, con una semantica intrisa di poesia, ci fa partecipi di quelle motivazioni di cui l’uomo ha bisogno per vivere, per dare un valore a un’esistenza spesso fatta di catene mentali e obblighi morali, ledendo a volte la libertà dell’essere e pregiudicando il tenore di una vita che spesso, nonostante il benessere , gli equilibri materiali, diventa stretta, complicata  e apparentemente vuota.
Un viaggio emozionale che assorbe fin dall’inizio il lettore, immagini che prendono forma, luoghi che diventano cartoline ai nostri occhi, dialoghi nei quali cattureremo le voci , soprattutto quella di un uomo che ha preso a “volare”e a elevarsi come spirito libero in esperienze finalmente cercate, volute, scelte.
L’ autonomia di chi si sente imprigionato dentro un meccanismo, prende ad avere corpo fra le chiare righe che il Vallati esprime,  regalandoci un sorriso, una riflessione, qualche lacrima e dopo avere chiuso il libro  ci renderemo conto che per sempre porteremo grazie alla sensibilità del nostro autore…  UN GRAFFIO D’ALBA NEL CUORE!
Marzia Carocci 
 Lenio Vallati è nato a Gavorrano (GR) il 21/9/1953 e risiede a Sesto Fiorentino. E’ capostazione presso l’impianto di Firenze-Castello.  Esordisce nel 2003 con il libro di narrativa ‘Soggiorno a Bip-Bop’, Aut. Libri Firenze. Del 2004 ‘Un criceto al computer’,  Ibiskos ed, del 2006 ‘Desiderio di volare’, ed. Bastogi.  E’stato eletto, al ‘Belmoro’ di Reggio C. poeta-scrittore anno 2005. E’ presente in numerose antologie :‘Poesie d’amore per il 3° millennio’ e ‘Letteratura Italiana-Poesia e narrativa dal 2° Novecento ad oggi ’ ed. Bastogi. Nel 2007  ha ottenuto il 1° premio al  ‘Molinello’ per la narrativa inedita. Sempre del 2007 è il volume di poesie “Alba e tramonto”. Nel 2008  ha ricevuto  dall’Accademia Francesco Petrarca il titolo di ‘Poeta dell’anno 2008’ con laurea ad honorem. Nel 2009 la ottenuto il Premio Manuale di Mari 2008 per l’autore dell’anno ed è risultato vincitore assoluto sez. poesia al Trofeo  Penna d’Autore di Torino. Nel 2009 ha vinto il concorso ‘Città di Corciano’ per la poesia. E’ accademico di classe dell’Accademia Internazionale dei Micenei. Di recente gli è stato assegnato il Premio alla Carriera  “L’Oscar dell’arte e della scienza”. Nel 2011 ha fatto parte delle giurie dei Premi di Poesia Marzocco e Fuligno di Firenze. Il suo primo romanzo, Graffio d’alba, pubblicato dalla Bastogi Editore nel Novembre 2011,  come inedito, si è classificato al 1° posto nei seguenti concorsi: Andrea da Pontedera, La Tavolozza e “Rivalto. Roberto Magni”.
www.facebook.com/groups/126938410733301/

sabato 7 aprile 2012

LA DAMA DI WARKA di MARIA LUCIA MARTINEZ
THRILLER

La sparizione della Dama di Warka, un reperto archeologico di immenso valore trafugato dal museo di Bagdad, dà il via ad una caccia al ladro senza quartiere e ad una serie di delitti estremamente feroci che fanno capo ad un personaggio tanto misterioso quanto crudele, il quale rivendica il possesso della maschera. Interprete della vicenda, Luca Valenti, corrispondente dall’estero ed ex di Zoe Contini, alla quale il giornalista si rivolge per aiuto quando la ricerca si sposta in Italia. L’ingresso in scena del commissario Imbriani, nuovo amico di Zoe, e di una giovane americana dal fisico prorompente, che si mostra sfacciatamente attratta da Luca Valenti, complica ulteriormente le cose, giacché innesta un ridda di gelosie e ripensamenti che sembrano giocare a favore dell’assassino. Tra colpi di scena imprevedibili tuttavia, Imbriani porterà ugualmente a termine la sua indagine ma a quel punto...

SDG MISSIONE DI MORTE di MARIA LUCIA MARTINEZ
THRILLER

Una serie di atroci delitti programmati con cura da una mente perversa risvegliano incubi creduti sepolti… Le corde di un violino diventano strumento di morte, una morte annunciata dall’«Aria sulla quarta corda» di Bach. Tra le vittime di questa furia omicida, Sandra Fortis, critico musicale e amica di Zoe Contini, conduttrice radiofonica e detective per vocazione. Spinta da un desiderio di vendetta, Zoe si ritroverà fatalmente coinvolta nell’inquietante ricerca di una verità non facile da accettare neppure per lei. Riuscirà a contrastare i piani criminosi di una psiche ammalata?…

 http://dilloazoe.blogspot.it/


STUPIDA TEMPESTA DI PROVINCIA  di COSIMO MONARI


In  un rifugio al confine tra ciò che c’è e ciò che non c’è, cinque bambini si ritrovano per sfuggire alla furia di una tempesta. Imparando che non esistono due sguardi che vedono la Tempesta nello stesso modo, i bambini cominciano a raccontare storie.
Il raccontarsi la propria Storia di Tempesta diventa il mezzo per entrare nell’altro, per accettare e accettarsi, per oltrepassare quel confine tra ciò che c’è e ciò che non c’è e rendere possibile ogni cosa.
Sipari, onde, lettere fuggiasche, isole mai raggiunte,guerre silenziose, tutto si mischia, si apre e si chiude per riuscire ad afferrare anche solo una parte del significato di questa enorme parola: Tempesta.
www.facebook.com/pages/Stupida-Tempesta-di-Provincia/192694347462969

venerdì 6 aprile 2012

 

Uno sguardo perso nel vuoto di Nadia Boccacci

Uno sguardo perso nel vuoto ed. Albatros ( di Nadia Boccacci) : Nora e Luca sono sposati da vent'anni e hanno tre figli. Tutto sembra andare nel migliore dei modi, quando, improvvisamente il marito espone i suoi dubbi e la crisi interiore che sta vivendo, in una notte terribile. Nora reagisce male alla notizia che le cade addosso come un fulmine a ciel sereno e rischia che la somatizzazione dell'evento doloroso sfoci in un attacco di panico. Il romanzo, narrato inizialmente in terza persona, mostra uno slittamento del punto di vista : prendono la parola Nora, Luca e anche i tre figli, mostrando come, sia gli adolescenti che i bambini, percepiscano le problematiche familiari.
Nel romanzo si assiste al delinearsi di un quadro della società moderna. Alla storia portante se ne intreccia una seconda, sullo sfondo, che avrà risvolti diversi. Nora è una donna del nostro tempo, dove è facile perdersi e difficile incontrarsi, dove il "noi" spesso soccombe, in preda ai capricci di un "ego" invadente. Dove però, ogni tanto può tornare l'armonia...
In viaggio con te di Nadia Boccacci

In viaggio con te Butterfly ed. (di Nadia Boccacci ) : Vale e Linda si conoscono sui banchi di scuola e condividono tutto. La loro amicizia cresce con loro, meravigliosa e straordinaria, finché un giorno terribile Linda si ammala di un male incurabile ed abbandona la vita prima ancora di averla vissuta veramente. Il dolore della perdita, devastante e fortissimo,sconvolgerà la vita dell'amica sopravvissuta, spingendola verso un mondo parallelo Il romanzo si configura come il racconto di una donna matura, che intrecciando buio e luce, disperazione e speranza, riannoda il filo della memoria e ripercorre i punti salienti della sua vita.
http://nadiaboccacci.wordpress.com/about/



giovedì 5 aprile 2012

L'ORDINARIA CONSUETUDINE DEL CRIMINE - ANTONIO DEBER

“Il destino a volte rincorre semplicemente se stesso come un refolo di polvere sollevata dal vento e gettata negli occhi”.
Diciotto anni dopo un tragico evento, una giovane donna rinviene la lettera che suo padre scrisse poche ore prima di essere ucciso. La busta, ancora sigillata e dimenticata nell’oblio di un cassetto, rivela un contenuto scabroso. La ragazza, suo malgrado, sente l’obbligo morale di svolgere alcune indagini, tanto da indurla a intraprendere un viaggio, nel tentativo di esaudire le inconsapevoli ma ultime volontà lasciate in eredità dal genitore. Le verità alle quali andrà incontro saranno piuttosto scomode e bizzarre. La sorte giocherà con lei un ruolo provvidenziale e nel contempo crudele.
 http://www.montecovello.com/libro/ll/li56op8er8/l%E2%80%99ordinaria+consuetudine+del+crimine



NON DIMENTICARE DI ESSERE FELICE di MUSELLA MARGHERITA

GENERE: NARRATIVA AL FEMMINILE
Descrizione:/In questo romanzo le protagoniste sono tutte donne e ognuna si ritrova ad affrontare un dramma, più o meno grande, che segna irrimediabilmente la sua esistenza e ognuna di queste irriducibili amiche trova in sé la forza di non lasciarsi andare e di combattere le avversità. Una storia di amicizia e di solidarietà, ma soprattutto di grande coraggio, quello che ci vuole per non dimenticarsi mai di essere felici.E' un libro di donne che parla di donne, una sorta di galleria di personaggi femminili le cui storie si intrecciano le une alle altre sino a formare una sorta di coro, un’alternanza di voci ognuna delle quali ha una storia più o meno dolorosa da raccontare, tragedie, sogni mai realizzati o che non si sia mai osato cercare di realizzare, e questo dal personaggio femminile principale a tutte le altre, anche se non si può dire che esista un personaggio principale, perché ognuna delle donne qui dipinte dà un proprio contributo allo svolgersi delle vicende di tutte le altre. Molto bello è il senso di unione, di solidarietà in cui l’autrice crede proprio come modalità di vivere, di supportarsi, una sorta di uno per tutti e tutti per uno che aiuterà ognuna delle protagoniste a trovare il coraggio di iniziare la propria rivoluzione interiore e, di conseguenza, il cambiamento.Ricordati di essere felice è un libro di speranze, della ricerca di se stessi e della propria libertà; non è un libro in cui tutto questo venga cercato fuori dalle convenzioni, non è un libro di rottura, bensì la ricerca di un equilibrio con quel che già esiste.Gli uomini in questo romanzo fanno da contorno, tutti tranne uno, un adolescente che fa da sottofondo al romanzo, da collante tra le varie parti ed è il vero protagonista del romanzo. Sono storie complicate e difficili,storie di donne che soffrono,ma che non dimenticano che essere felici e' anche un dovere verso loro stesse e i loro cari.



Ci vuole poco... anzi niente! Di Margherita Musella

 Genere: Narrativa Italiana
Autore: Musella Margherita
Editore: Kimerik


È una storia di sentimenti teneri e tenaci, romantica e avvincente, di amicizia fra tre donne: Marta, Caterina e Stella. Tre amiche immerse nell'avventura della vita. Marta, insegnante precaria e sposa di un marito in attesa di giudizio, Caterina, avvolta nella spirale del gioco d'azzardo e Stella che non riesce a ritrovare la propria fantasia letteraria e dare sfogo alla passione creativa per le parole, a causa di una recensione negativa che ha segnato la sua opera prima. Lucide e spiritose, complici e acute, queste eroine esprimono 'l'intelligenza dell'amore' delle donne; un sapere, una competenza, un pensiero e un impegno dei e sui sentimenti.


Informazioni:
pg. 208
Codice EAN:
9788860962690


 NELL'INVISIBILE di CHERYL VERGY AUTORI


Sinossi "Cosa fare se il filo sottile che ti lega alla vita si allunga e supera il confine che separa la realtà dalle dimensioni invisibili? Gioele e Miley,i protagonisti, vivranno un'esperienza misteriosa ed esaltante, proiettati come ombre in una dimensione straordinaria quanto insidiosa, che scorre parallela alla loro realtà di normali adolescenti.
Un'avventura ai confini di dimensioni popolate da esseri extracorporei e dove solo la forza della vita può illuminare il percorso verso un nuovo inizio."


 www.facebook.com/pages/Nellinvisibile/218636581509505


IMMAGINA di Yami Yume 

 FANTASY
TRAMA
 Feo è un ragazzo infelice. I suoi desideri si sono infranti uno dopo l’altro, i suoi ideali ed i suoi interessi sono incompatibili con quelli dei suoi coetanei e, nonostante possegga numerose qualità e doti, non riesce a trovare un’occupazione che lo soddisfi abbastanza.
Quando viene anche separato dalla ragazza che ama, si chiude definitivamente in sé stesso.
Incapace di uscire dalla condizione di infelicità in cui è sprofondato, in una piovosa notte invernale, desidera di non doversi svegliare mai più.
Scivola in uno stato di profondo torpore e quando riapre gli occhi percepisce che qualcosa attorno a lui è cambiato. La porta d’ingresso del suo appartamento è spalancata e fuori, sul pavimento, si apre una profonda voragine.
Dall’oscurità emerge uno strano vecchio che si presenta al giovane come Custode di Chiavi del passaggio che collega il mondo della veglia ad Immagina, la terra dei sogni. L’uomo si rivolge a lui come se lo conoscesse da sempre e gli offre la possibilità di cercare il senso della sua esistenza nel mondo dei sogni, perché lì c’è qualcosa di molto importante che ha dimenticato.
 Ma non sarà un viaggio facile: le terre di Immagina non sono popolate soltanto da creature fantastiche e luoghi meravigliosi, ma anche dagli Incubi, entità spaventose che perseguitano gli abitanti ed i sognatori, seminando ovunque dolore e distruzione.
 Senza offrirgli ulteriori spiegazioni sulla natura di ciò che deve cercare, l’uomo lo esorta a decidere in fretta se accettare o rifiutare l’offerta: il passaggio non può rimanere aperto per molto tempo.
 Dopo qualche esitazione, Feo accetta.
Cosa troverà ad attenderlo dall'altra parte?
Prezzo di Copertina 18€ (versione cartacea) - 3,49€ (Ebook)   
Dati 400 p., illustrazioni bianco e nero, brossura
Prenotabile tramite l'E-Shop Sangel Edizioni (cartaceo) E-Shop Sangel Edizioni (ebook) BlogImmagina Booktrailer #1 Booktrailer #2
Immagina non è un romanzo fantasy come gli altri. Intreccia elementi classici del genere con venature horror e drammatiche, che si alternano in maniera equilibrata e con un ritmo incalzante mirato a tenere sempre acceso l’interesse del lettore senza stancarlo. Il tutto senza senza disdegnare momenti di riflessione e battute comiche.
L'apparente semplicità e linearità del linguaggio e della storia nasconde (ma neanche tanto, in fin dei conti) numerose simbologie e messaggi.
Tematiche già trattate in passato da altri autori sono qui rielaborate in una forma originale e mescolate con nuovi spunti forniti dall'immaginazione.
La storia non si limita a narrare vicende che si svolgono nella dimensione dei sogni e degli incubi, ma è essa stessa composta da ben 13 sogni ed incubi che l'autrice ha cucito insieme, ricostruendo attorno ad essi un background ed un filo logico che li tenesse insieme. Per queste sue caratteristiche particolari e per il modo in cui i personaggi interagiscono tra loro, è stata definita, da chi ha già avuto occasione di leggerla, molto vicina alla trama di un anime (ndr. cartone animato giapponese).
Tutto in Immagina è fuori dal comune, a cominciare dallo stesso protagonista.
Feo si discosta parecchio dallo stereotipo del ragazzo “belloccio e impossibile”, con l'aria misteriosa, affascinante e anche un po' “stronzo”, che passa da una donna all'altra ed ottiene sempre quello che vuole. Non è nemmeno un eroe forte ed intrepido che si lancia in battaglia per salvare la principessa di turno né un “prescelto” pronto a immolarsi per il bene dell'umanità. Al contrario, nonostante la sua bellezza ed il suo fascino, è una persona molto umile, un'anima insicura, indifesa e innocente: è lui il “principe” che ha bisogno di essere salvato da una bella guerriera. Rappresenta l'ultimo residuo di purezza che l'umanità sembra ormai abbia perso. Nonostante sia un personaggio così diverso da quelli che siamo abituati a leggere nei libri, al tempo stesso Feo incarna tutti i disagi vissuti dai giovani, soprattutto negli ultimi anni: chiunque, ragazzo o ragazza, può identificarsi in lui, ritrovarsi nelle stesse situazioni, nei suoi problemi a trovare un lavoro fisso, ad ottenere un'indipendenza economica e a sentirsi realizzato in una società sempre più complicata, indifferente e violenta, che distrugge ogni speranza per il futuro e spegne ogni entusiasmo per la vita. Attraverso di lui, assistiamo al tormento di chi cade in depressione e del lungo doloroso travaglio che un'anima deve affrontare per uscirne, soprattutto quando attorno a sé non riesce a trovare altro che miseria e sofferenza.
Così la realtà si mescola alla fantasia e ne nasce una combinazione che affascina e intrattiene fino all'ultimo rigo anche i non appassionati del genere.
 http://yami-immagina.blogspot.it/
RACCOLTA POETICA  di Grazia FINOCCHIARO

“CRISTALLI di PAROLE” – Carta e Penna Editore – Collana Lo Scrigno dei versi – Gennaio 2011

In copertina: Gouache dell’artista Giuseppe Ciccia.
Seguono all’interno della Raccolta altre due grafiche a corredo delle liriche raggruppate in due sottounità semantiche nella quinta scenica ad ampio respiro, dal titolo “Da ogni sorgere del sole”, nell’avvicendarsi simbolico delle frasi in cui nasce il giorno: l’Aurora e l’Alba.

Una vibrante tensione etica e relazionale percorre la Raccolta lirica di Grazia Finocchiaro in equilibrio tra reale ed ideale, tra prassi e desiderio  di cambiamento, anelito ed auspicio.
Le emozioni sono delicatamente espresse per diventare occasione di uno scandaglio interiore che ricerca la relazione interpersonale per distillare attimi di saggezza nella dimensione del quotidiano, in forza di un’ordinarietà intensamente assunta e vivificata attraverso l’azione trasfigurante e rigenerante del ricordo.
Nel verseggiare libero si avverte la necessità  di autocomprendersi  per sanare e far trasparire le contrarietà dei vissuti, dimostrando empatia realistica e spirituale nel ritrarre condizioni di precarietà umana  nelle liriche “L’Alcolista” ed “Anorresia” o nell’affrontare questioni di bioetica dal toccante lirismo in “Intreccio delle ciglia”.
E’ invocata la presenza calda e vivida del sole che, nelle atmosfere rifrangenti dell’aurora e nell’azione diafana dell’alba, rischiari e sciolga i nodi dell’esistenza per vincere le nebbie dell’incomunicabilità e dell’ipocrisia, fughi le tenebre della divisione per rischiarare nuovi orizzonti a restituire speranza alla fragilità peregrina dell’esistere:
per quell’erta ogni giorno m’incammino
a tirare il passo fatico

Per te/ diverrò ladra di raggi di sole/per annientare le tenebre

…sorgerà luminosa l’alba, diverrai
giardino di sole

L’esperienza gratificante dell’eros sponsale e materno si dispiega incontrastato a misurare le ragioni del vivere nella sublimazione dell’unione tra personalità a confronto, nell’irriducibile tenerezza degli affetti da alimentare nelle incessanti trasformazioni del rapportarsi di coppia, nel forte legame tra madre e figli, nella tenerezza vicendevole tra nonna e nipote.
Adesso qualcosa fugge
ma non l’amore che mi distrugge
palpita e mi consola
mai mi lascia sola

Processo di autocoscienza che non può esimersi dall’innalzare il canto per le proprie origini: la Terra di Sicilia evocata attraverso scenari che profumano di Zagara, si intridono di salsedine, si dilatano nell’azione persistente del vento, rumoreggiano al rinfrangersi dei flutti.
La soavità lessicale si dilata in particolar modo nel cercare analogie e suscitare multisensorialità con il mondo biologico e floreale per catturare assonanze profonde.
La costruzione sintattica e lessicale diviene più sofisticata nella seconda sequenza di liriche in cui la disamina si fa articolata nella pluralità delle circostanze introspettive che affiorano, bloccate dalla moviola poetica, nel crogiolo dei pensieri.
E la carezza si perde / la parola non va più a segno / memoria il tenero gesto /
Le incomprensioni si ricompongono nella simbiosi tra natura e benessere:
bell’estate contornata / da infinite efflorescenze / di splendore traboccante / indori l’aria cristallina / la terra riporti opulenta /
Per alternarsi a squarci riflessivi su drammi umanitari, facendo ricalibrare la coscienza  poetica sulla bilancia dei valori sociali da soppesare, abbracciando le cause della solidarietà, nella consapevolezza di quanto ci sia ancora da testimoniare nell’operare:
disseminerò con grosse torce / luce d’amicizia / dove ammutolita l’umanità /
dentro proprie ossa resta /
La ricerca di purezza, nel detergere lo sguardo sul reale, alla ricerca di un candore originario trapela dalla felice sintesi del titolo “Cristalli di parole” che la poetessa ha scelto con originalità, affermando piena consonanza con le testuali parole del poeta francese Pierre Reverdy: “Le poesie sono cristalli che sedimentano dopo l’effervescente contatto dello spirito con la realtà”, a voler sottolineare il solidificarsi di folgorazioni vissute nella trasparenza prismatica di un cristallo, evocando la poliedricità di brandelli di verità acquisite.

                                                                                              Silvia Ranzi
Firenze, febbraio 2012




La Raccolta Poetica è stata l’assegnazione del 1° Premio – sezione Poesia – della VII^ Edizione “Premio letterario internazionale Prader-Willi” del 2010 - Torino, con l’intento di sensibilizzare, per una diagnosi precoce, sui sintomi-guida di tale sindrome, malattia genetica rara.
  http://graziafinocchiaro.blogspot.com/
IL GABBIANO DI TORREFIAMMA di SILVIA BELLIA

GENERE: Romanzo surreale e simbolico
Clarminia ha sempre vissuto chiusa con il padre in una inviolabile torre, a Torrefiamma. Fino a quando un giorno, mentre da sola guarda fuori dalla finestra, non trova il coraggio di tentare la fuga che sogna da tanto. È l'inizio di un viaggio incredibile, di una nuova vita, attraverso luoghi meravigliosi. Dapprima al faro di Biblicanto, completamente circondato dal mare, poi tra i funamboli delle Cinque Zattere, e infine di nuovo sulla via impervia che conduce a Torrefiamma. Una strada che stavolta Clarminia, signora di Biblicanto, percorre all'inverso, sostenuta da Albatros Krésoba Occhi di Vento, re dei funamboli del mare. Racconto fantastico e ricco di visioni surreali, "Il gabbiano di Torrefiamma" è soprattutto una storia fatta di simboli. Il magico mondo in cui si svolge questo viaggio diventa il ritratto di un universo interiore nel quale ogni lettore può rivedersi. Ognuno ha un percorso da compiere, una solitudine da superare, per riappacificarsi con il passato, alla ricerca del proprio equilibrio.
http://www.facebook.com/pages/Il-gabbiano-di-Torrefiamma-di-Silvia-Bellia/100277393358193

mercoledì 4 aprile 2012

LA MASCHERA BLU di CONCETTA SPADARO

 

Genere: Romanzo sentimentale
Edizioni Eracle
Anno pubblicazione: Giugno 2011
Prezzo € 12,00
Pagine 134
Trama:
Cinzia è una sensibile e giovane donna dei giorni d’oggi che vive a Torino insieme alla sua inseparabile gatta. Reduce da una cocente delusione d’amore in cui aveva investito sogni e sentimenti trascorre un periodo di indolenza che le impedisce di instaurare nuovi legami sentimentali.
La routine è interrotta da un’inaspettata offerta di lavoro: la donna inizia ad esibirsi quasi per gioco come cantante in un locale, celando il proprio volto con una maschera blu grazie alla quale riesce a nascondere la sua timidezza ed a esprimersi con intensità.
Quando credeva di aver chiuso con l’universo maschile sulla sua strada appaiono non uno, ma ben due uomini diversissimi fra di loro: Alberto la sua prima cotta, il principe azzurro conosciuto da bambina e mai dimenticato e Bruno, riservato e misterioso.
Chi sarà il vero amore?
www.concettaspadaro.it

PAURA D'AMARE
Descrizione


 Lara è una ragazza un po' insicura, anche se le brutte esperienze la trasformeranno in una donna apparentemente più forte. Ma alcuni avvenimenti, se non vengono affrontati nella maniera giusta, creano dentro di noi delle paure che influenzeranno il nostro modo di essere. È quello che accade a Lara per una delusione d'amore e per un lutto che non è stato sufficientemente elaborato. La ragazza è dilaniata dalla grandissima voglia di amare e dalla altrettanto grande paura di fidarsi nuovamente di un uomo. Il protagonista maschile della storia è l'incarnazione perfetta di tutto quello che una donna desidera in un uomo: sicurezza, forza, personalità, bellezza e senso dell'umorismo. Il corteggiamento paziente di lui sgretolerà a poco a poco le barriere costruite da Lara e alla fine, dopo un'incomprensione che rischia di rovinare tutto, l'amore dei due trionferà in un finale romantico.
''I LUOGHI DELLA MEMORIA"    di Adriana Pedicini
Genere: Narrativa (Contemporanea) ARDUINO SACCO EDITORE, ROMA
Uscito: Novembre 2011  Prezzo: € 12.00 Pag. 114

 I luoghi della memoria

IL  PRESENTE  si avvale sempre del supporto della memoria, intesa sia come laboratorio atto a catalogare i dati dell’esperienza, sia come fucina capace di ricreare, evocandone il senso, i momenti della vita trascorsa, significanti l’esperienza personale o aventi valore universale, realmente vissuti o immaginati, elaborati dalla fantasia o appresi dai racconti dei vecchi. Essa ci aiuta a recuperare antiche emozioni, addolcite dal fluire del tempo e arricchite di più mature consapevolezze, permettendoci di riviverle con nuove sensazioni. Anche i racconti più attuali sono in qualche modo depositari di pregresse universali esperienze, laddove il vero protagonista è da una parte il dolore del distacco, la lacerazione degli affetti interrotti, le difficoltà proprie dell’esistenza umana, dall’altra la forte volontà di appassionarsi alla vita, superando tutti gli ostacoli in una potente e tenace voglia di determinare almeno in parte il proprio destino.Le storie di questa raccolta sono legate da un motivo conduttore, enunciato dal sottotitolo: “Racconti sul filo della memoria”, che suona come una dichiarazione d’amore per il passato, per quel tempo perduto che “srotola all’indietro riportandoci in un baleno a ciò che eravamo…” ma che trova nella cultura locale, sempre radicata nei costumi, una continuità col presente.
Coesistono in questo libro della memoria, realismo autobiografico, prose di meditazione e racconti modellati dalla fantasia, pur prendendo spunto da fatti e circostanze oggettivi; ma vi sono anche indagini psicologiche, analisi di quel mondo profondo e sconosciuto che si esprime alla coscienza propria o altrui in azioni spesso senza senso, ma pur vibranti della vita più vera, perché più intima e sofferta.
Adriana Pedicini, docente in quiescenza di materie letterarie latino e greco. ha riscoperto il gusto dello scrivere. Ha pubblicato una raccolta di racconti e sta per essere pubblicata una raccolta di poesie con disegni di una cara amica.
“I luoghi della memoria” ripercorrono con racconti a volte arricchiti di fantasia, altre volte frutto di riflessioni, di progettualità, altre volte esito di ricerche di storia locale, momenti di vita che di quelle esperienze così raccontate hanno costituito le radici e la linfa vitale di quel che poi è stato il futuro. Il libro apre con il narrare il rito –perché di un vero e proprio rito si tratta – della lavorazione del pane nell’ambito di una casa piena di rispetto “religioso” . Prosegue con un lungo racconto su usi e tradizioni riguardanti i momenti salienti della vita in una famiglia del popolo all’inizio del secolo: la nascita, gli stenti della guerra, le sciagure ad essa conseguenti, il matrimonio, la morte. Altri racconti mettono in luce personaggi realmente esistiti di questo piccolo paese reale vivificato dall’immaginazione: Teresina, donna sola e disagiata; Mariantonia, definita la chioccia per la sua esasperata protezione dei figli a cui anche in età adulta nega l’autonomia dell’esistenza; la signorina P. maestra elementare tanto preparata quanto rude nei modi; Josephine, una ragazza diventata nomade per bisogno di affetto familiare; Andreana, artefice del rito più antico e più sacro, quello di fare il pane. Ancora altri sono i racconti che attraverso la percezione individuale indagano nell’animo umano per attingere spazi e tempi che vanno oltre queste categorie e attingono il senso dell’infinito e dell’eterno, come infinite ed eterne sono le emozioni che si trasmettono di generazione in generazione, quando protagonista è il dolore, la sofferenza, ma anche la speranza di tingere di nuovi colori la vita.
Redazione di BENEVENTO tel. 0824.482325 / fax 800.897474 / email: culturaespettacoli@ilsannioquotidiano.it CULTURA E SPETTACOLI 19
 SABATO 3 MARZO 2012
L’INTERVISTA
Adriana Pedicini, docente del liceo Classico Pietro Giannone, ci parla del suo ultimo libro, uno spaccato di storie vissute, immaginate, di valori, di ricordi e di aspirazioni.
ADRIANA PEDICINI, per anni docente stimata del Liceo Classico Pietro Giannone, ha scritto di recente un libro diracconti dal titolo “I luoghi della memoria” (114pagine, 12 euro), Arduino Sacco editore) decidendo di mettere nero su bianco la suamemoria, fatta di piccole cose, di giornatequotidiane, di racconti sussurrati e immaginari,di giochi magici, di storie talvolta dolorose. È un affresco che segna il tempo che disegna i colori di un’esistenza, fatta diamori, di scoperte, di natura, ma anche di sopraffazioni, di delusioni, di impegno e sacrificio. I luoghi della memoria sono anche i luoghi dell’anima, dove sono riposti speranza e voglia di crescere.
I racconti di Adriana Pedicini sono ‘leggeri’ pur se hanno dentro grandi insegnamenti,valori intramontabili come il rispetto della vita, degli anziani, l’amore per i genitori e per la propria terra, e per le piccole gioie del quotidiano. La scrittura rapisce per la sua splendida costruzione, che ha qualcosa di antico, forse anche per la scelta della parole, mai banali e consumate dalla quotidianità.
Riportando alla conoscenza del lettore, la magia e l’attesa di rituali, semplici e profondi, ormai perduti, come il fare il pane in casa. Il crescere dell’impasto lievitato,sotto i teli; la scoperta di una croce impressa nelle forme di pane, a rendere la conoscenza dell’importanza di quell’alimento. I ricordi, le pieghe della vita, anche quelle più dolorose, come l’emarginazione, con un tratto descrittivo fine che parla di esperienze non necessariamente personali, ma anche attinte al comune sentire. Per entrare meglio nelle pagine di Adriana Pedicini abbiamo dialogato con lei. Ci ha preso per mano ci a fatto compiere un viaggio dentro il suo libro mostrandoci la rotta di lettura e di avventura.
Nel libro si parla di luoghi della memoria, vissuta e immaginata?
“Non so se ho scritto ciò che ho scritto perché l’ho vissuto o sentito o avrei voluto vivere e sentire. Uno scrittore non vive certo solo nella scrittura, legge, parla, incontra gli amici, viaggia, soprattutto nel mio caso insegna e fa la mamma. Sono avvenimenti che non hanno a che fare con la scrittura, ma improvvisamente, sarà l’inconscio, sarà la consapevolezza,si ha necessità di rielaborare per così dire un materiale di partenza, del proprio vissuto quale filtra attraverso la memoria, o anche solamente presagito o vagheggiato”.
 La sua pubblicazione è un viaggio nei ricordi, personali e di una comunità, ma non è nostalgico...
 “E’ così. Ho scritto non per un provincialismo dell’anima: rappresentare una realtà, i comportamenti, i modi di essere, le proprie esperienze non è chiudersi nella provincia con  appagamento, senza avvertire o suggerire stimoli o provocazioni al pensare.
Allo stesso modo non ritengo che ritornare al proprio passato o alle esperienze vissute sia una sorta di sentimentalismo, quello manierato, che non è mai saldo, che tende ad ovattare le cose, ad indebolirle, a fiaccarle; vi è al contrario l’amore per le cose, per le persone, per le situazioni che in sé contengono aspetti e valori esemplari che superano il tempo e lo spazio, da recuperare prima che la memoria, devastata dal tempo che passa, ne laceri  per sempre l’essenza”.
 Piccoli frammenti di memoria che si srotolano da una pagina all’altra che si fanno racconto
“E vero. Per questo motivo il taglio di questo libro non poteva essere che il racconto, perché il racconto è essenziale, non ha bisogno di riempitivi. E la comunicazione risulta pertanto immediata, non vi è la costruzione ideologica o l’ossatura che sempre presiede al romanzo; ogni racconto ha in sé le risorse della vita, sono “atti” colti in un momento particolare, ben delimitato temporalmente e spazialmente eppure intrisi di qualcosa che va oltre. Vorrei dire che i personaggi dei racconti sono il frutto di intuizioni liriche, in alcuni racconti manca addirittura anche un minimo intreccio, in altri l’intreccio trae spunto dalla complessità della vita”.
C’è stata un’ispirazione particolare che le ha permesso di iniziare a scrivere?
 “Il mio libro non l’ho progettato in anticipo, ma ha preso forma dopo una carica emotiva straordinaria, in cui il bisogno di non perdere l’esistente con il suo bagaglio di esperienze era fortissimo. Poi ha preso forma scrivendo, soggetto ai costanti suggerimenti emozionali. Il mio obiettivo è stato la trasposizione di questa carica emotiva, comunicare emozioni attraverso il contenuto, attraverso un oggetto concreto e immaginario al tempo stesso, che è l’opera dello spirito”.
 Quale obiettivo ritiene di dover toccare con la sua fatica letteraria?
 “Il mio obiettivo e la mia speranza era che il lettore non eseguisse con la lettura un’operazione meccanica, ma che venisse impressionato dai segni, che la lettura fosse una sintesi di percezione e creazione  al tempo stesso, che disvelasse a chi quelle storie le aveva sentite o a chi vi si imbatteva per la prima volta possibilità di creazione al tempo stesso della lettura. Tutto questo con estremo pudore, che non è voglia di minimalismo o falsa modestia. Il pudore deriva dal fatto che conoscendo anche per professione i mille modi, da Omero in poi, in cui si può raccontare una  storia, in prosa o in versi, è come sapere quali vette emozionali e intellettuali sia possibile attingere, ma quanto sia difficile attingerle, e quanto siano numerosi e difficili gli strumenti”.




I LUOGHI DELLA MEMORIA  Recensione di Roberto Lo Presti
Sono pagine di storia che tutti abbiamo vissuto nella semplice bellezza dei nostri amati avi e padri che arricchivano le mense , ci offrivano giardini fioriti e pane profumatissimo ,dolcezza e fatica di braccia forti e decise nel prodotto finito ancor indiviso da gustar tutti attorno col sorriso. Nella corposa ed intelligente presentazione del libro, c’è la felice sintesi dei passi che io pur non avendo letto prima, ritrovo con la matita rossoblu segnati in più pagine ( 19-21…).
Nel racconto della Chioccia fa capolino il sentimento della donna sempre vicina a sé stessa, ad una solitudine che ritroviamo più spesso nei righi dei capitoli e racconti successivi, sadness, silenzio, apatìa, amore lontano, la vita diversa da quella che ‘lei presagiva’, mentre il cuore pulsava di represse fantasie d’amore’. La vita prima aperta d’ un colpo si ripiega su se stessa tra le pieghe dell’anima …dove a nessuno è consentito di penetrare.Oserei dire a questo punto che un altro racconto sembra voglia chiarire tal significato d’amare e d’amore. The people, in senso lato, forse teme di cedersi all’altro per non condizionarsi e legarsi tanto, ovvero: non c’è , non si percepisce più, così forte come ieri, l’amore che ama se stesso nell’altro, ma il ‘trionfo dell’ANIMA che ama negli altri l’amore’. Il concetto sembrerebbe semplice ma è ben più complesso poiché ’i vantaggi e gli svantaggi di una vita a due inaridiscono qualsiasi desiderio di amare e di essere amata’.Forse è indispensabile parlar poco e per chi è ben sensibile, è sufficiente per men di un minuto guardarti negli occhi, profondamente sentimentali e sognanti, pienamente espressivi pur se pieni di nostalgia (oserei dir ,ma mi sbaglio,tagliati da un dolor antico,profondo di ricordi pesanti…),soavi,caserecci (come il pane e l’olio solarissimo) ,passionali, intelligenti, soavi , umili ,dolcissimi come quelli rimasti della bambina di ieri ieri…-
Proseguendo lentamente e con dolce fluidità la lettura, sentiamo vibrare la memoria, brillare forti i ricordi negli ‘Esami di ammissione’. Notevole e particolare è la descrizione della maestra, dall’animo dispotico ma ‘rispettata e stimata da tutti’’. La descrizione del viso e la gestualità disegnano quel carattere ‘balzano’, conferendole ancora ‘un’aria distinta, freddamente distinta,quasi nordica’’. La sua didattica e metodologia imperative, le pagine ed i verbi in disuso studiati a memoria, poco interessa l’apprendimento… C’è forse nei momenti particolari auxologici, una certa stizza e percezione di difficoltà dialogica e relazionale coi giovani, che sicuramente è stata ben corretta, per rendere più agevole, elastico, comprensibile, libero e spontaneo il dialogo per lo sviluppo non tanto e solo dei programmi (calati dall’alto) quanto per un agevole speaking to learn , cosicché ci sia lo spirito critico, costruttivo e partecipe, affinché si sviluppi il fanciullo.
Molto bella pur l’espressione ricca di significati ed attualissima : ‘la gente è incapace di dar briciole d’amore’.Prefazione che ti fa gustare il dessert, ovvero è un antipasto condito d’olio d’oro nelle le pietanze raccolte in piatti colmi di pomodorini: le ricette della nonna,sovrabbondante, rigida e dondolante…te la trovi sempre davanti. Quanta bontà! ‘Sapore d’infanzia’ si legge, certo, i nipotini osservano la nonna col ‘tuppo’ dei capelli col fazzolettone a fiorame, da sistemare all’alba… , poi la prima colazione coi panini in fila, il forno a cupola, il profumo del cotto pane e delle ciambelle…, ed i ragazzi ancor a ‘sbonconcellare’ pezzi di candida ricotta adagiata a fianco di morbida focaccia…! É in realtà un fiaba rivissuta a distanza con forte nostalgia,che porta ancor ricordi congiunti, relazioni e storielle su storie più intricanti…Nel racconto della Teresina, invece, si evince già un altro modo di descrivere la realtà, adesso più matura e consona ad esperienze di vita più tangibile ad incontrar non solo e non più gli spontanei e scroscianti sorrisi nelle camere. In Teresina, l’atmosfera è sempre lì, ricchissima di particolari e descrizioni di ogni angolo della stanza povera e lugubre che la ospita. C’è un ‘modus vivendi’ oserei dir selvaggio, nel quale la donna povera e ritardata, osava parlar pure con le stelle…e poi la più bella delle donne clown, appoggiata una sera ad un tronco di un albero col sogno infinito, mai realizzato! Voltando pagina rapidamente ci si rende conto che il tempo vola, scorre inesorabilmente… e gli aneddoti si colorano di tinte meno acquerellate. Appaiono quadri, figure, fantasmi benevoli dell’io narrante, con ombre più dominanti, tali sembrano in ‘’Cuori di sabbia’’, una storia sentimentale tra due innamorati che ’Non si lasciarono più e percorsero insieme un lungo tunnel in cui un amore malato aveva condotto entrambi’.
Cosa si può ancor aggiungere …? Se non il desidero totale di leggere con attenzione, tal intelligente, apparentemente semplice e coordinata analisi esistenziale, sentimentale, viva, crescente…, attuale e del tempo che fu, con cui il talento della scrittrice mostra la dolcezza e l’Amore dell’eterno presente della vita ?Bellissima, decisa e pur dolente, oserei dire, la riflessione dell’Amore che ricomincia ad ogni istante… ‘non cessa di esistere…può fare anche male…ma è lì! Nei racconti a seguire, significativo, dolcemente violento affiora sempre il sentimento, come vento fresco e fruscio nascosto…per la ricerca di un’ intesa decisa, possente in LUI…: ‘Desiderio di voli infiniti mi prende per afferrare le ali della tua anima’’. Roberto Lo Presti da Messina-- Messina,lì 16 gennaio 2012 -
I BLOG DI ADRIANA
http://it.paperblog.com/mediterraneo-posted-by-adriana-pedicini-1049966/
PAROLE LIBERE-CRONACHE DALLA GABBIA DORATA  di ALESSANDRA BOTTA












Trenta liriche che fanno esplodere sentimenti e stati d’animo palpitanti in un cuore deluso e illuso, che non conosce arresto nella continua e spasmodica ricerca di quell’Amore che si rivela solo come “assenza”.
Non si può parlare di puro esercizio letterario all’interno di un genere predefinito, ma di una comunicazione ad personam, il risultato di un’esperienza individuale che diviene parte di un rapporto sociale anche privato di cui solo la scrittura riesce ad essere tramite.
Alessandra Botta interroga se stessa, o meglio cerca in se stessa la compagna della propria consapevole, eretica, angosciosa”solitudine”, quasi che la ricerca di qualcuno più solo di lei non potesse avvenire che “dentro “ di lei. Il “silenzio” che circonda la sua poesia sembra essere”incolmabile” e assentire, dirsi quasi d’accordo, con la sua adorazione. E’ la sola risposta al mistero, il mistero della morte e della vita.
«Ma noi chi siamo e cosa possiamo? E noi vaghiamo davvero o per sogno?»

Dalla prefazione di Giovanna Patrizia Cammisuli


Alessandra Botta è nata a Gattinara il 30 aprile del 1988. Diplomata al Liceo Artistico “G. e Q. Sella  di Biella, attualmente è studentessa del corso di laurea in Comunicazione Interculturale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino. Parole Libere è la sua prima raccolta di poesie.
 http://books.google.it/books/about

martedì 3 aprile 2012



BIANCO NOTTE di MARTA PANUNZIO
Raccolta di racconti
 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l. I edizione ottobre 2011
ISBN 978-88-567-5149-9
Euro 12,90
http://bianconotte.webnode.it/ 
email bianconotte.mp@gmail.com
www.bianconotte.it

“La sabbia tiepida si raffreddava alla stessa velocità con cui vedevo l’arancio infuocato del sole abbandonarsi alle sicure braccia della brezza primaverile. Le sette di un pomeriggio di marzo: la luna pallida assiste con la consueta discrezione al cambio della guardia che una timida stella solitaria a capo del suo luminoso esercito si affretta ad annunziare al sole, tentando vanamente di raggiungerlo attraverso una sconfinata distesa di indaco”.
Cinque racconti tessuti con tatto e abilità descrittiva, uniti all'incanto di un lessico raffinato e fortemente comunicativo.Panunzio Marta ci accompagna fra le trame dell'esistenza, raccontata con una sensibilità capace di cogliere l'anelito di ogni forma di vita: della piccola Serena, come del fiume, della primavera come, per ossimoro, della morte.
Cinque racconti brevi ma in grado di coinvolgere il lettore, spingendolo ad una costruttiva riflessione interiore.
 Marta Panunzio è nata a Gioia Tauro (RC) il 30 marzo 1977. Dopo la maturità classica si iscrive all’Istituto Orientale di Napoli, dove studia lingua e letteratura giapponese per un anno, al termine del quale supera i test d’ammissione alla facoltà di medicina, ma dopo qualche mese cambia ancora indirizzo per dedicarsi finalmente agli studi giuridici. Nel contempo è un’attivista di Amnesty International presso il gruppo di Palmi (RC). Fin da piccola pratica sport agonistico: atletica e poi pallavolo, che tuttora la impegna come allenatrice. Si interessa di beni culturali frequentando diversi corsi e poi un master in allestimento ed esposizione museale a Firenze. Insieme ad alcuni altri appassionati si butta in un’avventura che si concluderà in pochi anni con il recupero di un’area archeologica di notevolissimo valore anche religioso, sommersa letteralmente da una discarica: la basilica paleocristiana e la cripta di San Fantino il Cavallaro, il più antico santo calabrese. Con la medesima associazione si occupa di turismo culturale, ricerca e valorizzazione del territorio, ed infine dell’apertura e gestione del Parco Archeologico dei Tauriani.