''I LUOGHI DELLA MEMORIA" di Adriana Pedicini
Genere: Narrativa (Contemporanea) ARDUINO SACCO EDITORE, ROMA
Uscito: Novembre 2011 Prezzo: € 12.00 Pag. 114
IL
PRESENTE si avvale sempre del supporto della memoria, intesa sia come
laboratorio atto a catalogare i dati dell’esperienza, sia come fucina
capace di ricreare, evocandone il senso, i momenti della vita trascorsa,
significanti l’esperienza personale o aventi valore universale,
realmente vissuti o immaginati, elaborati dalla fantasia o appresi dai
racconti dei vecchi. Essa ci aiuta a recuperare antiche emozioni,
addolcite dal fluire del tempo e arricchite di più mature
consapevolezze, permettendoci di riviverle con nuove sensazioni. Anche i
racconti più attuali sono in qualche modo depositari di pregresse
universali esperienze, laddove il vero protagonista è da una parte il
dolore del distacco, la lacerazione degli affetti interrotti, le
difficoltà proprie dell’esistenza umana, dall’altra la forte volontà di
appassionarsi alla vita, superando tutti gli ostacoli in una potente e
tenace voglia di determinare almeno in parte il proprio destino.Le
storie di questa raccolta sono legate da un motivo conduttore, enunciato
dal sottotitolo: “Racconti sul filo della memoria”, che suona come una
dichiarazione d’amore per il passato, per quel tempo perduto che
“srotola all’indietro riportandoci in un baleno a ciò che eravamo…” ma
che trova nella cultura locale, sempre radicata nei costumi, una
continuità col presente.
Coesistono in questo libro della memoria,
realismo autobiografico, prose di meditazione e racconti modellati
dalla fantasia, pur prendendo spunto da fatti e circostanze oggettivi;
ma vi sono anche indagini psicologiche, analisi di quel mondo profondo e
sconosciuto che si esprime alla coscienza propria o altrui in azioni
spesso senza senso, ma pur vibranti della vita più vera, perché più
intima e sofferta.
Adriana Pedicini, docente in quiescenza di
materie letterarie latino e greco. ha riscoperto il gusto dello
scrivere. Ha pubblicato una raccolta di racconti e sta per essere
pubblicata una raccolta di poesie con disegni di una cara amica.
“I
luoghi della memoria” ripercorrono con racconti a volte arricchiti di
fantasia, altre volte frutto di riflessioni, di progettualità, altre
volte esito di ricerche di storia locale, momenti di vita che di quelle
esperienze così raccontate hanno costituito le radici e la linfa vitale
di quel che poi è stato il futuro. Il libro apre con il narrare il rito
–perché di un vero e proprio rito si tratta – della lavorazione del pane
nell’ambito di una casa piena di rispetto “religioso” . Prosegue con un
lungo racconto su usi e tradizioni riguardanti i momenti salienti della
vita in una famiglia del popolo all’inizio del secolo: la nascita, gli
stenti della guerra, le sciagure ad essa conseguenti, il matrimonio, la
morte. Altri racconti mettono in luce personaggi realmente esistiti di
questo piccolo paese reale vivificato dall’immaginazione: Teresina,
donna sola e disagiata; Mariantonia, definita la chioccia per la sua
esasperata protezione dei figli a cui anche in età adulta nega
l’autonomia dell’esistenza; la signorina P. maestra elementare tanto
preparata quanto rude nei modi; Josephine, una ragazza diventata nomade
per bisogno di affetto familiare; Andreana, artefice del rito più antico
e più sacro, quello di fare il pane. Ancora altri sono i racconti che
attraverso la percezione individuale indagano nell’animo umano per
attingere spazi e tempi che vanno oltre queste categorie e attingono il
senso dell’infinito e dell’eterno, come infinite ed eterne sono le
emozioni che si trasmettono di generazione in generazione, quando
protagonista è il dolore, la sofferenza, ma anche la speranza di tingere
di nuovi colori la vita.
Redazione di BENEVENTO tel.
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SABATO 3 MARZO 2012
L’INTERVISTA
Adriana
Pedicini, docente del liceo Classico Pietro Giannone, ci parla del suo
ultimo libro, uno spaccato di storie vissute, immaginate, di valori, di
ricordi e di aspirazioni.
ADRIANA PEDICINI, per anni docente
stimata del Liceo Classico Pietro Giannone, ha scritto di recente un
libro diracconti dal titolo “I luoghi della memoria” (114pagine, 12
euro), Arduino Sacco editore) decidendo di mettere nero su bianco la
suamemoria, fatta di piccole cose, di giornatequotidiane, di racconti
sussurrati e immaginari,di giochi magici, di storie talvolta dolorose. È
un affresco che segna il tempo che disegna i colori di un’esistenza,
fatta diamori, di scoperte, di natura, ma anche di sopraffazioni, di
delusioni, di impegno e sacrificio. I luoghi della memoria sono anche i
luoghi dell’anima, dove sono riposti speranza e voglia di crescere.
I
racconti di Adriana Pedicini sono ‘leggeri’ pur se hanno dentro grandi
insegnamenti,valori intramontabili come il rispetto della vita, degli
anziani, l’amore per i genitori e per la propria terra, e per le piccole
gioie del quotidiano. La scrittura rapisce per la sua splendida
costruzione, che ha qualcosa di antico, forse anche per la scelta della
parole, mai banali e consumate dalla quotidianità.
Riportando alla
conoscenza del lettore, la magia e l’attesa di rituali, semplici e
profondi, ormai perduti, come il fare il pane in casa. Il crescere
dell’impasto lievitato,sotto i teli; la scoperta di una croce impressa
nelle forme di pane, a rendere la conoscenza dell’importanza di
quell’alimento. I ricordi, le pieghe della vita, anche quelle più
dolorose, come l’emarginazione, con un tratto descrittivo fine che parla
di esperienze non necessariamente personali, ma anche attinte al comune
sentire. Per entrare meglio nelle pagine di Adriana Pedicini abbiamo
dialogato con lei. Ci ha preso per mano ci a fatto compiere un viaggio
dentro il suo libro mostrandoci la rotta di lettura e di avventura.
Nel libro si parla di luoghi della memoria, vissuta e immaginata?
“Non
so se ho scritto ciò che ho scritto perché l’ho vissuto o sentito o
avrei voluto vivere e sentire. Uno scrittore non vive certo solo nella
scrittura, legge, parla, incontra gli amici, viaggia, soprattutto nel
mio caso insegna e fa la mamma. Sono avvenimenti che non hanno a che
fare con la scrittura, ma improvvisamente, sarà l’inconscio, sarà la
consapevolezza,si ha necessità di rielaborare per così dire un materiale
di partenza, del proprio vissuto quale filtra attraverso la memoria, o
anche solamente presagito o vagheggiato”.
La sua pubblicazione è un viaggio nei ricordi, personali e di una comunità, ma non è nostalgico...
“E’
così. Ho scritto non per un provincialismo dell’anima: rappresentare
una realtà, i comportamenti, i modi di essere, le proprie esperienze non
è chiudersi nella provincia con appagamento, senza avvertire o
suggerire stimoli o provocazioni al pensare.
Allo stesso modo non
ritengo che ritornare al proprio passato o alle esperienze vissute sia
una sorta di sentimentalismo, quello manierato, che non è mai saldo, che
tende ad ovattare le cose, ad indebolirle, a fiaccarle; vi è al
contrario l’amore per le cose, per le persone, per le situazioni che in
sé contengono aspetti e valori esemplari che superano il tempo e lo
spazio, da recuperare prima che la memoria, devastata dal tempo che
passa, ne laceri per sempre l’essenza”.
Piccoli frammenti di memoria che si srotolano da una pagina all’altra che si fanno racconto
“E
vero. Per questo motivo il taglio di questo libro non poteva essere che
il racconto, perché il racconto è essenziale, non ha bisogno di
riempitivi. E la comunicazione risulta pertanto immediata, non vi è la
costruzione ideologica o l’ossatura che sempre presiede al romanzo; ogni
racconto ha in sé le risorse della vita, sono “atti” colti in un
momento particolare, ben delimitato temporalmente e spazialmente eppure
intrisi di qualcosa che va oltre. Vorrei dire che i personaggi dei
racconti sono il frutto di intuizioni liriche, in alcuni racconti manca
addirittura anche un minimo intreccio, in altri l’intreccio trae spunto
dalla complessità della vita”.
C’è stata un’ispirazione particolare che le ha permesso di iniziare a scrivere?
“Il
mio libro non l’ho progettato in anticipo, ma ha preso forma dopo una
carica emotiva straordinaria, in cui il bisogno di non perdere
l’esistente con il suo bagaglio di esperienze era fortissimo. Poi ha
preso forma scrivendo, soggetto ai costanti suggerimenti emozionali. Il
mio obiettivo è stato la trasposizione di questa carica emotiva,
comunicare emozioni attraverso il contenuto, attraverso un oggetto
concreto e immaginario al tempo stesso, che è l’opera dello spirito”.
Quale obiettivo ritiene di dover toccare con la sua fatica letteraria?
“Il
mio obiettivo e la mia speranza era che il lettore non eseguisse con la
lettura un’operazione meccanica, ma che venisse impressionato dai
segni, che la lettura fosse una sintesi di percezione e creazione al
tempo stesso, che disvelasse a chi quelle storie le aveva sentite o a
chi vi si imbatteva per la prima volta possibilità di creazione al tempo
stesso della lettura. Tutto questo con estremo pudore, che non è voglia
di minimalismo o falsa modestia. Il pudore deriva dal fatto che
conoscendo anche per professione i mille modi, da Omero in poi, in cui
si può raccontare una storia, in prosa o in versi, è come sapere quali
vette emozionali e intellettuali sia possibile attingere, ma quanto sia
difficile attingerle, e quanto siano numerosi e difficili gli
strumenti”.
I LUOGHI DELLA MEMORIA Recensione di Roberto Lo Presti
Sono
pagine di storia che tutti abbiamo vissuto nella semplice bellezza dei
nostri amati avi e padri che arricchivano le mense , ci offrivano
giardini fioriti e pane profumatissimo ,dolcezza e fatica di braccia
forti e decise nel prodotto finito ancor indiviso da gustar tutti
attorno col sorriso. Nella corposa ed intelligente presentazione del
libro, c’è la felice sintesi dei passi che io pur non avendo letto
prima, ritrovo con la matita rossoblu segnati in più pagine ( 19-21…).
Nel
racconto della Chioccia fa capolino il sentimento della donna sempre
vicina a sé stessa, ad una solitudine che ritroviamo più spesso nei
righi dei capitoli e racconti successivi, sadness, silenzio, apatìa,
amore lontano, la vita diversa da quella che ‘lei presagiva’, mentre il
cuore pulsava di represse fantasie d’amore’. La vita prima aperta d’ un
colpo si ripiega su se stessa tra le pieghe dell’anima …dove a nessuno è
consentito di penetrare.Oserei dire a questo punto che un altro
racconto sembra voglia chiarire tal significato d’amare e d’amore. The
people, in senso lato, forse teme di cedersi all’altro per non
condizionarsi e legarsi tanto, ovvero: non c’è , non si percepisce più,
così forte come ieri, l’amore che ama se stesso nell’altro, ma il
‘trionfo dell’ANIMA che ama negli altri l’amore’. Il concetto
sembrerebbe semplice ma è ben più complesso poiché ’i vantaggi e gli
svantaggi di una vita a due inaridiscono qualsiasi desiderio di amare e
di essere amata’.Forse è indispensabile parlar poco e
per chi è ben sensibile, è sufficiente per men di un minuto guardarti
negli occhi, profondamente sentimentali e sognanti, pienamente
espressivi pur se pieni di nostalgia (oserei dir ,ma mi sbaglio,tagliati
da un dolor antico,profondo di ricordi pesanti…),soavi,caserecci (come
il pane e l’olio solarissimo) ,passionali, intelligenti, soavi , umili
,dolcissimi come quelli rimasti della bambina di ieri ieri…-
Proseguendo
lentamente e con dolce fluidità la lettura, sentiamo vibrare la
memoria, brillare forti i ricordi negli ‘Esami di ammissione’. Notevole e
particolare è la descrizione della maestra, dall’animo dispotico ma
‘rispettata e stimata da tutti’’. La descrizione del viso e la
gestualità disegnano quel carattere ‘balzano’, conferendole ancora
‘un’aria distinta, freddamente distinta,quasi nordica’’. La sua
didattica e metodologia imperative, le pagine ed i verbi in disuso
studiati a memoria, poco interessa l’apprendimento… C’è forse nei
momenti particolari auxologici, una certa stizza e percezione di
difficoltà dialogica e relazionale coi giovani, che sicuramente è stata
ben corretta, per rendere più agevole, elastico, comprensibile, libero e
spontaneo il dialogo per lo sviluppo non tanto e solo dei programmi
(calati dall’alto) quanto per un agevole speaking to learn , cosicché ci
sia lo spirito critico, costruttivo e partecipe, affinché si sviluppi
il fanciullo.
Molto bella pur l’espressione ricca
di significati ed attualissima : ‘la gente è incapace di dar briciole
d’amore’.Prefazione che ti fa gustare il dessert, ovvero è un antipasto
condito d’olio d’oro nelle le pietanze raccolte in piatti colmi di
pomodorini: le ricette della nonna,sovrabbondante, rigida e
dondolante…te la trovi sempre davanti. Quanta bontà! ‘Sapore d’infanzia’
si legge, certo, i nipotini osservano la nonna col ‘tuppo’ dei capelli
col fazzolettone a fiorame, da sistemare all’alba… , poi la prima
colazione coi panini in fila, il forno a cupola, il profumo del cotto
pane e delle ciambelle…, ed i ragazzi ancor a ‘sbonconcellare’ pezzi di
candida ricotta adagiata a fianco di morbida focaccia…! É in realtà un
fiaba rivissuta a distanza con forte nostalgia,che porta ancor ricordi
congiunti, relazioni e storielle su storie più intricanti…Nel racconto
della Teresina, invece, si evince già un altro modo di descrivere la
realtà, adesso più matura e consona ad esperienze di vita più tangibile
ad incontrar non solo e non più gli spontanei e scroscianti sorrisi
nelle camere. In Teresina, l’atmosfera è sempre lì, ricchissima di
particolari e descrizioni di ogni angolo della stanza povera e lugubre
che la ospita. C’è un ‘modus vivendi’ oserei dir selvaggio, nel quale la
donna povera e ritardata, osava parlar pure con le stelle…e poi la più
bella delle donne clown, appoggiata una sera ad un tronco di un albero
col sogno infinito, mai realizzato! Voltando pagina rapidamente ci si
rende conto che il tempo vola, scorre inesorabilmente… e gli aneddoti si
colorano di tinte meno acquerellate. Appaiono quadri, figure, fantasmi
benevoli dell’io narrante, con ombre più dominanti, tali sembrano in
‘’Cuori di sabbia’’, una storia sentimentale tra due innamorati che ’Non
si lasciarono più e percorsero insieme un lungo tunnel in cui un amore
malato aveva condotto entrambi’.
Cosa si può
ancor aggiungere …? Se non il desidero totale di leggere con attenzione,
tal intelligente, apparentemente semplice e coordinata analisi
esistenziale, sentimentale, viva, crescente…, attuale e del tempo che
fu, con cui il talento della scrittrice mostra la dolcezza e l’Amore
dell’eterno presente della vita ?Bellissima, decisa e pur dolente,
oserei dire, la riflessione dell’Amore che ricomincia ad ogni istante…
‘non cessa di esistere…può fare anche male…ma è lì! Nei racconti a
seguire, significativo, dolcemente violento affiora sempre il
sentimento, come vento fresco e fruscio nascosto…per la ricerca di un’
intesa decisa, possente in LUI…: ‘Desiderio di voli infiniti mi prende
per afferrare le ali della tua anima’’. Roberto Lo Presti da Messina--
Messina,lì 16 gennaio 2012 -
I BLOG DI ADRIANA
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