Racconti dietro l'angolo

Piccole storie per raccontare

mercoledì 4 aprile 2012

''I LUOGHI DELLA MEMORIA"    di Adriana Pedicini
Genere: Narrativa (Contemporanea) ARDUINO SACCO EDITORE, ROMA
Uscito: Novembre 2011  Prezzo: € 12.00 Pag. 114

 I luoghi della memoria

IL  PRESENTE  si avvale sempre del supporto della memoria, intesa sia come laboratorio atto a catalogare i dati dell’esperienza, sia come fucina capace di ricreare, evocandone il senso, i momenti della vita trascorsa, significanti l’esperienza personale o aventi valore universale, realmente vissuti o immaginati, elaborati dalla fantasia o appresi dai racconti dei vecchi. Essa ci aiuta a recuperare antiche emozioni, addolcite dal fluire del tempo e arricchite di più mature consapevolezze, permettendoci di riviverle con nuove sensazioni. Anche i racconti più attuali sono in qualche modo depositari di pregresse universali esperienze, laddove il vero protagonista è da una parte il dolore del distacco, la lacerazione degli affetti interrotti, le difficoltà proprie dell’esistenza umana, dall’altra la forte volontà di appassionarsi alla vita, superando tutti gli ostacoli in una potente e tenace voglia di determinare almeno in parte il proprio destino.Le storie di questa raccolta sono legate da un motivo conduttore, enunciato dal sottotitolo: “Racconti sul filo della memoria”, che suona come una dichiarazione d’amore per il passato, per quel tempo perduto che “srotola all’indietro riportandoci in un baleno a ciò che eravamo…” ma che trova nella cultura locale, sempre radicata nei costumi, una continuità col presente.
Coesistono in questo libro della memoria, realismo autobiografico, prose di meditazione e racconti modellati dalla fantasia, pur prendendo spunto da fatti e circostanze oggettivi; ma vi sono anche indagini psicologiche, analisi di quel mondo profondo e sconosciuto che si esprime alla coscienza propria o altrui in azioni spesso senza senso, ma pur vibranti della vita più vera, perché più intima e sofferta.
Adriana Pedicini, docente in quiescenza di materie letterarie latino e greco. ha riscoperto il gusto dello scrivere. Ha pubblicato una raccolta di racconti e sta per essere pubblicata una raccolta di poesie con disegni di una cara amica.
“I luoghi della memoria” ripercorrono con racconti a volte arricchiti di fantasia, altre volte frutto di riflessioni, di progettualità, altre volte esito di ricerche di storia locale, momenti di vita che di quelle esperienze così raccontate hanno costituito le radici e la linfa vitale di quel che poi è stato il futuro. Il libro apre con il narrare il rito –perché di un vero e proprio rito si tratta – della lavorazione del pane nell’ambito di una casa piena di rispetto “religioso” . Prosegue con un lungo racconto su usi e tradizioni riguardanti i momenti salienti della vita in una famiglia del popolo all’inizio del secolo: la nascita, gli stenti della guerra, le sciagure ad essa conseguenti, il matrimonio, la morte. Altri racconti mettono in luce personaggi realmente esistiti di questo piccolo paese reale vivificato dall’immaginazione: Teresina, donna sola e disagiata; Mariantonia, definita la chioccia per la sua esasperata protezione dei figli a cui anche in età adulta nega l’autonomia dell’esistenza; la signorina P. maestra elementare tanto preparata quanto rude nei modi; Josephine, una ragazza diventata nomade per bisogno di affetto familiare; Andreana, artefice del rito più antico e più sacro, quello di fare il pane. Ancora altri sono i racconti che attraverso la percezione individuale indagano nell’animo umano per attingere spazi e tempi che vanno oltre queste categorie e attingono il senso dell’infinito e dell’eterno, come infinite ed eterne sono le emozioni che si trasmettono di generazione in generazione, quando protagonista è il dolore, la sofferenza, ma anche la speranza di tingere di nuovi colori la vita.
Redazione di BENEVENTO tel. 0824.482325 / fax 800.897474 / email: culturaespettacoli@ilsannioquotidiano.it CULTURA E SPETTACOLI 19
 SABATO 3 MARZO 2012
L’INTERVISTA
Adriana Pedicini, docente del liceo Classico Pietro Giannone, ci parla del suo ultimo libro, uno spaccato di storie vissute, immaginate, di valori, di ricordi e di aspirazioni.
ADRIANA PEDICINI, per anni docente stimata del Liceo Classico Pietro Giannone, ha scritto di recente un libro diracconti dal titolo “I luoghi della memoria” (114pagine, 12 euro), Arduino Sacco editore) decidendo di mettere nero su bianco la suamemoria, fatta di piccole cose, di giornatequotidiane, di racconti sussurrati e immaginari,di giochi magici, di storie talvolta dolorose. È un affresco che segna il tempo che disegna i colori di un’esistenza, fatta diamori, di scoperte, di natura, ma anche di sopraffazioni, di delusioni, di impegno e sacrificio. I luoghi della memoria sono anche i luoghi dell’anima, dove sono riposti speranza e voglia di crescere.
I racconti di Adriana Pedicini sono ‘leggeri’ pur se hanno dentro grandi insegnamenti,valori intramontabili come il rispetto della vita, degli anziani, l’amore per i genitori e per la propria terra, e per le piccole gioie del quotidiano. La scrittura rapisce per la sua splendida costruzione, che ha qualcosa di antico, forse anche per la scelta della parole, mai banali e consumate dalla quotidianità.
Riportando alla conoscenza del lettore, la magia e l’attesa di rituali, semplici e profondi, ormai perduti, come il fare il pane in casa. Il crescere dell’impasto lievitato,sotto i teli; la scoperta di una croce impressa nelle forme di pane, a rendere la conoscenza dell’importanza di quell’alimento. I ricordi, le pieghe della vita, anche quelle più dolorose, come l’emarginazione, con un tratto descrittivo fine che parla di esperienze non necessariamente personali, ma anche attinte al comune sentire. Per entrare meglio nelle pagine di Adriana Pedicini abbiamo dialogato con lei. Ci ha preso per mano ci a fatto compiere un viaggio dentro il suo libro mostrandoci la rotta di lettura e di avventura.
Nel libro si parla di luoghi della memoria, vissuta e immaginata?
“Non so se ho scritto ciò che ho scritto perché l’ho vissuto o sentito o avrei voluto vivere e sentire. Uno scrittore non vive certo solo nella scrittura, legge, parla, incontra gli amici, viaggia, soprattutto nel mio caso insegna e fa la mamma. Sono avvenimenti che non hanno a che fare con la scrittura, ma improvvisamente, sarà l’inconscio, sarà la consapevolezza,si ha necessità di rielaborare per così dire un materiale di partenza, del proprio vissuto quale filtra attraverso la memoria, o anche solamente presagito o vagheggiato”.
 La sua pubblicazione è un viaggio nei ricordi, personali e di una comunità, ma non è nostalgico...
 “E’ così. Ho scritto non per un provincialismo dell’anima: rappresentare una realtà, i comportamenti, i modi di essere, le proprie esperienze non è chiudersi nella provincia con  appagamento, senza avvertire o suggerire stimoli o provocazioni al pensare.
Allo stesso modo non ritengo che ritornare al proprio passato o alle esperienze vissute sia una sorta di sentimentalismo, quello manierato, che non è mai saldo, che tende ad ovattare le cose, ad indebolirle, a fiaccarle; vi è al contrario l’amore per le cose, per le persone, per le situazioni che in sé contengono aspetti e valori esemplari che superano il tempo e lo spazio, da recuperare prima che la memoria, devastata dal tempo che passa, ne laceri  per sempre l’essenza”.
 Piccoli frammenti di memoria che si srotolano da una pagina all’altra che si fanno racconto
“E vero. Per questo motivo il taglio di questo libro non poteva essere che il racconto, perché il racconto è essenziale, non ha bisogno di riempitivi. E la comunicazione risulta pertanto immediata, non vi è la costruzione ideologica o l’ossatura che sempre presiede al romanzo; ogni racconto ha in sé le risorse della vita, sono “atti” colti in un momento particolare, ben delimitato temporalmente e spazialmente eppure intrisi di qualcosa che va oltre. Vorrei dire che i personaggi dei racconti sono il frutto di intuizioni liriche, in alcuni racconti manca addirittura anche un minimo intreccio, in altri l’intreccio trae spunto dalla complessità della vita”.
C’è stata un’ispirazione particolare che le ha permesso di iniziare a scrivere?
 “Il mio libro non l’ho progettato in anticipo, ma ha preso forma dopo una carica emotiva straordinaria, in cui il bisogno di non perdere l’esistente con il suo bagaglio di esperienze era fortissimo. Poi ha preso forma scrivendo, soggetto ai costanti suggerimenti emozionali. Il mio obiettivo è stato la trasposizione di questa carica emotiva, comunicare emozioni attraverso il contenuto, attraverso un oggetto concreto e immaginario al tempo stesso, che è l’opera dello spirito”.
 Quale obiettivo ritiene di dover toccare con la sua fatica letteraria?
 “Il mio obiettivo e la mia speranza era che il lettore non eseguisse con la lettura un’operazione meccanica, ma che venisse impressionato dai segni, che la lettura fosse una sintesi di percezione e creazione  al tempo stesso, che disvelasse a chi quelle storie le aveva sentite o a chi vi si imbatteva per la prima volta possibilità di creazione al tempo stesso della lettura. Tutto questo con estremo pudore, che non è voglia di minimalismo o falsa modestia. Il pudore deriva dal fatto che conoscendo anche per professione i mille modi, da Omero in poi, in cui si può raccontare una  storia, in prosa o in versi, è come sapere quali vette emozionali e intellettuali sia possibile attingere, ma quanto sia difficile attingerle, e quanto siano numerosi e difficili gli strumenti”.




I LUOGHI DELLA MEMORIA  Recensione di Roberto Lo Presti
Sono pagine di storia che tutti abbiamo vissuto nella semplice bellezza dei nostri amati avi e padri che arricchivano le mense , ci offrivano giardini fioriti e pane profumatissimo ,dolcezza e fatica di braccia forti e decise nel prodotto finito ancor indiviso da gustar tutti attorno col sorriso. Nella corposa ed intelligente presentazione del libro, c’è la felice sintesi dei passi che io pur non avendo letto prima, ritrovo con la matita rossoblu segnati in più pagine ( 19-21…).
Nel racconto della Chioccia fa capolino il sentimento della donna sempre vicina a sé stessa, ad una solitudine che ritroviamo più spesso nei righi dei capitoli e racconti successivi, sadness, silenzio, apatìa, amore lontano, la vita diversa da quella che ‘lei presagiva’, mentre il cuore pulsava di represse fantasie d’amore’. La vita prima aperta d’ un colpo si ripiega su se stessa tra le pieghe dell’anima …dove a nessuno è consentito di penetrare.Oserei dire a questo punto che un altro racconto sembra voglia chiarire tal significato d’amare e d’amore. The people, in senso lato, forse teme di cedersi all’altro per non condizionarsi e legarsi tanto, ovvero: non c’è , non si percepisce più, così forte come ieri, l’amore che ama se stesso nell’altro, ma il ‘trionfo dell’ANIMA che ama negli altri l’amore’. Il concetto sembrerebbe semplice ma è ben più complesso poiché ’i vantaggi e gli svantaggi di una vita a due inaridiscono qualsiasi desiderio di amare e di essere amata’.Forse è indispensabile parlar poco e per chi è ben sensibile, è sufficiente per men di un minuto guardarti negli occhi, profondamente sentimentali e sognanti, pienamente espressivi pur se pieni di nostalgia (oserei dir ,ma mi sbaglio,tagliati da un dolor antico,profondo di ricordi pesanti…),soavi,caserecci (come il pane e l’olio solarissimo) ,passionali, intelligenti, soavi , umili ,dolcissimi come quelli rimasti della bambina di ieri ieri…-
Proseguendo lentamente e con dolce fluidità la lettura, sentiamo vibrare la memoria, brillare forti i ricordi negli ‘Esami di ammissione’. Notevole e particolare è la descrizione della maestra, dall’animo dispotico ma ‘rispettata e stimata da tutti’’. La descrizione del viso e la gestualità disegnano quel carattere ‘balzano’, conferendole ancora ‘un’aria distinta, freddamente distinta,quasi nordica’’. La sua didattica e metodologia imperative, le pagine ed i verbi in disuso studiati a memoria, poco interessa l’apprendimento… C’è forse nei momenti particolari auxologici, una certa stizza e percezione di difficoltà dialogica e relazionale coi giovani, che sicuramente è stata ben corretta, per rendere più agevole, elastico, comprensibile, libero e spontaneo il dialogo per lo sviluppo non tanto e solo dei programmi (calati dall’alto) quanto per un agevole speaking to learn , cosicché ci sia lo spirito critico, costruttivo e partecipe, affinché si sviluppi il fanciullo.
Molto bella pur l’espressione ricca di significati ed attualissima : ‘la gente è incapace di dar briciole d’amore’.Prefazione che ti fa gustare il dessert, ovvero è un antipasto condito d’olio d’oro nelle le pietanze raccolte in piatti colmi di pomodorini: le ricette della nonna,sovrabbondante, rigida e dondolante…te la trovi sempre davanti. Quanta bontà! ‘Sapore d’infanzia’ si legge, certo, i nipotini osservano la nonna col ‘tuppo’ dei capelli col fazzolettone a fiorame, da sistemare all’alba… , poi la prima colazione coi panini in fila, il forno a cupola, il profumo del cotto pane e delle ciambelle…, ed i ragazzi ancor a ‘sbonconcellare’ pezzi di candida ricotta adagiata a fianco di morbida focaccia…! É in realtà un fiaba rivissuta a distanza con forte nostalgia,che porta ancor ricordi congiunti, relazioni e storielle su storie più intricanti…Nel racconto della Teresina, invece, si evince già un altro modo di descrivere la realtà, adesso più matura e consona ad esperienze di vita più tangibile ad incontrar non solo e non più gli spontanei e scroscianti sorrisi nelle camere. In Teresina, l’atmosfera è sempre lì, ricchissima di particolari e descrizioni di ogni angolo della stanza povera e lugubre che la ospita. C’è un ‘modus vivendi’ oserei dir selvaggio, nel quale la donna povera e ritardata, osava parlar pure con le stelle…e poi la più bella delle donne clown, appoggiata una sera ad un tronco di un albero col sogno infinito, mai realizzato! Voltando pagina rapidamente ci si rende conto che il tempo vola, scorre inesorabilmente… e gli aneddoti si colorano di tinte meno acquerellate. Appaiono quadri, figure, fantasmi benevoli dell’io narrante, con ombre più dominanti, tali sembrano in ‘’Cuori di sabbia’’, una storia sentimentale tra due innamorati che ’Non si lasciarono più e percorsero insieme un lungo tunnel in cui un amore malato aveva condotto entrambi’.
Cosa si può ancor aggiungere …? Se non il desidero totale di leggere con attenzione, tal intelligente, apparentemente semplice e coordinata analisi esistenziale, sentimentale, viva, crescente…, attuale e del tempo che fu, con cui il talento della scrittrice mostra la dolcezza e l’Amore dell’eterno presente della vita ?Bellissima, decisa e pur dolente, oserei dire, la riflessione dell’Amore che ricomincia ad ogni istante… ‘non cessa di esistere…può fare anche male…ma è lì! Nei racconti a seguire, significativo, dolcemente violento affiora sempre il sentimento, come vento fresco e fruscio nascosto…per la ricerca di un’ intesa decisa, possente in LUI…: ‘Desiderio di voli infiniti mi prende per afferrare le ali della tua anima’’. Roberto Lo Presti da Messina-- Messina,lì 16 gennaio 2012 -
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