Non mi definirei una persona invidiosa, mai schizzato gli occhi per un bel vestito, un auto o per i soldi in tasca. Ma quel culo l’ho sempre invidiato, anzi diciamo che è stato il primo motivo cosciente di invidia. La vedevo passare davanti strizzata nei jeans. Guardavo il suo culo e mi veniva in mente la farina disposta a fontana, pronta per fare un bel dolce. Alta, soffice ma consistente. Pensavo al mio e mi veniva in mente la spianatoia. Sarò per questa invidia che ho cercato di superarla in tutto quello che facevamo? A scuola ero più brava, dopo facevamo i concorsi insieme ed io mi piazzavo sempre meglio di lei, al punto che poi ho saputo che lei mi nascondeva i bandi e faceva le selezioni di nascosto da me. Appena l’ho scoperto mi ci sono messa d’impegno e le ho soffiato il posto da …sotto il culo.
Ad un certo punto il dolce ha cominciato a lievitare, il bell’impasto soffice ha cominciato a ingrandirsi, a gonfiare qua e là di bei bozzi di cellulite. Ed io gongolavo , avevo sempre una spianatoia, ma le dimensioni più o meno erano rimaste le solite. Gli anni, i figli, i chili di troppo, hanno fatto assomigliare sempre di più i nostri culi ed è finita la competizione. Anzi siamo diventate finalmente amiche. Eravamo insieme il giorno dell’incidente. Dicono che abbiamo avuto culo, siamo su una sedia a rotelle ma ancora vive. Ora abitiamo insieme, abbiamo una filippina che ci accudisce. Chissà cosa pensa dei nostri culi.
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