Racconti dietro l'angolo

Piccole storie per raccontare

sabato 27 ottobre 2007

Il viaggio della speranza

Da quando mia sorella Serena era stata mollata dal fidanzato, ci aveva fatto la testa. Una volta al mese andava in pellegrinaggio da una certa “mamma Lucia”. Si sorbiva 7 ore di autobus per vedere 30 secondi la profetica mamma. Il fidanzato non si era rivisto ed in compenso un mese fa mi avevano operato per un tumore. Mi assillò fino a quando non accettai di unirmi anche io al pellegrinaggio e all’alba di un freddissimo ottobre partii con un’altra cinquantina di disperati verso la Puglia, terra benedetta da “mamma Lucia”. Mentre salivamo nel pullman notai che nel bagagliaio caricavano casse piene di bottigliette di succo di frutta. Lo strano era che erano vuote.
Durante il viaggio era come avere Radio Maria costantemente sintonizzata, solo che il coro che recitava il Rosario era a dieci centimetri da me. Praticamente 54 persone, ad un certo punto, per inerzia, si unì anche l’autista.
Il luogo di fede si trovava nel mezzo della campagna foggiana, tra ulivi rievocativi di un ben altro orto di preghiera. Quando arrivammo c’erano già molti altri pullman e una folla di persone attendeva l’arrivo della santa. Il posto era piuttosto semplice, c’era una capanna molto rudimentale dove, mi fu spiegato, Lucia avrebbe ricevuto uno per uno i fedeli. Non c’era lastricato o asfalto e praticamente avevamo i piedi nel fango. La zona era recintata e intorno c’erano molti banchi di legno coperti da un canniccio, tipo quelli delle fiere paesane. Dal momento che erano vuoti non riuscivo a capirne la funzione. Forse rappresentavano i farisei scacciati dal tempio. Effettivamente avevo davanti un santuario molto umile e spoglio.
- Un Angelo!!! Un Angelo!!!- il grido mi riscosse dalla mie riflessioni. Tutte le teste si alzarono verso il cielo. Preghiere e ringraziamenti alla Mamma riempirono l’aria. Mi avvicinai all’orecchio di mia sorella - Ma cosa è successo?-
- Non l’hai visto? - la guardai affranto e scossi il capo.
- E’ passato un Angelo sotto forma di nuvola
- Ah! .
Dopo la Lavazza apparizione, alcuni apostoli fecero mettere i fedeli in fila indiana. La Mamma cominciava a ricevere. - Entriamo insieme? - chiesi speranzoso a mia sorella. Non mi andava di andare da solo, cosa gli avrei detto?. Mia sorella era pratica del cerimoniale, avrebbe saputo cavarsela. Quando fu il nostro turno ero piuttosto emozionato e il mio scetticismo era stato messo a tacere dalla gente disciplinatamente in coda che mi raccontava i miracoli ricevuti. Entrammo nella capanna e mi trovai di fronte una vecchia imbacuccata dalla testa ai piedi. Aveva dei guanti senza dita attraverso i quali ci strinse le mani nelle sua.
- Mamma siamo venuti a trovarti perché tu preghi per mio fratello -esordì disinvoltamente Serena. Gli occhi della vecchia si fissarono sui miei che abbassai umilmente.
- Cosa ti è successo figlio mio?
- Sono stato operato…un cancro - risposi con un fil di voce.
- Pregherò per te, figliolo, ora andate e ricordatevi della vostra Mamma.
- Andiamo a prendere l’Acqua ora - mi disse Serena appena usciti dalla capanna
- L’acqua? mica ho sete, magari un the caldo con ‘ sto freddo .
- L’Acqua Santa scemo! - mi apostrofò la mia devota sorellina. Nel frattempo i banchini vuoti si erano riempiti di bottigliette di succo di frutta piene di acqua che gli apostoli distribuivano per la modica cifra di 5.000 lire. E prendiamoci anche l’acqua.
Quando tutti i componenti del nostro gruppo furono ricevuti tornammo all’autobus. Il capogruppo caricò nel bagagliaio una stagna di acqua e un paio di casse di bottigliette questa volta piene. Dovevamo ancora mangiare, ci saremmo fermati lungo la strada. Durante il viaggio c’era un clima più disteso, si era rotto il ghiaccio e alcuni raccontavano la loro esperienza. Malattie incurabili debellate, mariti fedifraghi tornati all’ovile, figli irruenti finalmente domati… insomma c’era tutta la casistica delle miserie umane. Il capogruppo erano anni che veniva, ormai era entrato in confidenza. A lui , in via eccezionale, davano un' intera stagna di Acqua Santa.
Io ascoltavo in silenzio, appisolandomi ogni tanto. Mi svegliò l’imprecazione dell’autista. C’erano problemi al motore. Scesi con lui, faccio il meccanico e una mano gli sarebbe servita. Il motore fumava vistosamente. Controllai i livelli, era finita l’acqua del radiatore.
- E ora dove troviamo l’acqua ?- chiesi speranzoso all’autista. Ci guardammo complici in silenzio.
“- Tutto a posto tutto a posto, voi restate nel pulman!!! – ordinò l’autista agli altri che scuriosavano dai finestrini.
-Speriamo di arrivare a casa!- mi disse porgendomi la stagna che era nel bagagliaio.

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